Il capo dell’Agenzia ucraina per le proprietà pubbliche, Dmytro Sennichenko, ha dichiarato (lo scorso 16 agosto) che l’ente ha deciso di escludere la Russia dalla partecipazione alle aste per la privatizzazione di 3.000 società pubbliche ucraine.
I Servizi segreti di Kiev dovranno garantire che gli investimenti off-shore non siano in alcun modo legati a Mosca, o che subiscano anche la più lieve influenza della Federazione.
Secondo quanto rivelato da Sennichenko, sarebbero circa 14 gli acquirenti stranieri pronti ad attivare investimenti in vari settori dell’economia ucraina. Il progetto di privatizzazione su larga scala rientra all’interno dei piani del presidente ucraino, Volodymyr Zelensky.
Attraverso tale mossa, Kiev intende ridurre l’influenza (soprattutto nel campo energetico) esercitata dalla Russia sul paese. Al fine di raggiungere maggiore autonomia nel settore energetico, il Consiglio dei ministri dell’Ucraina ha approvato, il 4 agosto, la nuova strategia di sicurezza energetica del Paese fino al 2025.
Il nuovo piano di Kiev prevede la cessazione di importazioni di elettricità dalla Federazione Russa e dalla Bielorussia, nonché la separazione fisica dalle reti elettriche di questi Paesi al fine di avviare il processo di sincronizzazione dell’Ucraina con il sistema energetico dell’Ue.
L’Ucraina, inoltre, ha anche intenzione di raggiungere maggiore autonomia nel settore del gas, al fine di essere più indipendente da Mosca e Minsk.