La Turchia è sempre più vulnerabile agli shock economici. È l'allarme lanciato dall'agenzia di rating Moody's .
La lira turca, che ha perso il 15% del suo valore dall’inizio dell’anno, ha toccato il minimo storico contro il dollaro martedì 14 maggio. La discesa all’inferno della valuta turca è cominciata poche ore dopo la dichiarazione di Erdogan, che si è messo in testa di voler gestire in prima persona la politica monetaria. Il suo obiettivo principale sono i tassi di interesse.
Un’altra mossa di Erdogan verso la centralizzazione del potere e l'ingerenza nella politica monetaria, ma che rischia di aggravare l'impatto delle turbolenze macroeconomiche sull'economia turca. A preoccupare sono l'aumento dei tassi di interesse e dei prezzi delle materie prime.
Invece lui, Erdogan, non si preoccupa. Può vantare un 7,4% di crescita nel 2017 e ha detto a Bloomberg che i suoi frequenti interventi sui tassi di interesse hanno influenzato la banca centrale. E ha, poi, aggiunto di voler continuare. Nel frattempo il debito della Turchia è aumentato e le condizioni per il rinnovo sono andate deteriorandosi. Fino alla mazzata del declassamento a Ba2 decisa a marzo da Moody's.