Questa riforma avviene in un momento di grave crisi che ha portato Cuba ad applicare una “parziale dollarizzazione” della sua economia - termine che è stato enunciato per la prima volta dallo stesso Diaz-Canel - con misure controverse negli ultimi mesi come l’apertura di supermercati e negozi dove non si accettano valute locali e dove i pagamenti possono essere effettuati solo in valuta estera con la carta.
Il presidente cubano ha anche detto che il processo di unificazione monetaria e dei tassi di cambio sarà accompagnato da misure economiche come la riforma dei salari e delle pensioni, che aumenteranno per far fronte all’inflazione prevista, contestualmente all’eliminazione di quelli che il governo considera “sussidi non necessari”.
La situazione di Cuba, che soffre di un deficit cronico nella bilancia dei pagamenti, è esacerbata dalla pandemia (che ha azzerato il turismo) e dall’inasprimento delle sanzioni degli Stati Uniti negli ultimi due anni.
Il Governo ha così adottato la strategia a breve termine della raccolta di valuta estera con tutti i mezzi, mentre a medio e lungo termine sta cercando di accelerare le riforme economiche in corso da anni, tra le quali l’eliminazione dei sussidi di carattere universale come appunto il portafoglio di approvvigionamento.