Trump fa il duro con la Cina, ma Pechino ha in mano l'arma "Fine Di Mondo"

I dazi di Trump su tutto l'import cinese: Pechino non ha pari margine di manovra sui beni Usa e potrebbe azionare la leva dei Tresauries. Di cui è la detentrice record. Ma a Washington sono sicuri: non lo farà

Washington e Pechino, lotta tra titani. Ma Jinping ha il colpo da KO

Il Grande Sospetto che si insinua negli Stati Uniti. E se la Cina reagisse alla prova muscolare di Trump in ambito commerciale con una contro-reazione ben più massiva in un altro ambito, quello finanziario? D'altronde è impossibile non vedere la gigantesca mole di titoli del debito pubblico americano nelle casseforti della Banca Popolare Cinese, la Banca centrale di Pechino. È un'ipotesi che le teste d'uovo alla Casa Bianca conoscono bene e che finora hanno silenziato, quasi per non svegliar il can che dorme. Ma ora la grande stampa statunitense comincia a interrogarsi sugli effetti di tale scenario.

E lo spaesamento è totale. Per un caso del genere non esistono infatti riferimenti del passato né modelli di cui avvalersi, perché in questa possibile vicenda tutto ha proporzioni smisurate: Pechino possiede quello che gli americani chiamano un trilione, cioè mille miliardi di Tresauries. Quindi, anche in assenza di proiezioni plausibili, è facilmente immaginabile che se Xi Jinping decidesse di azionare questa leva, in qualunque modo ciò avvenisse, gli effetti sarebbero devastanti.

Due le mosse che in teoria la Cina potrebbe adottare. La prima, la più semplice, è già in grado di provocare un terremoto e sarebbe quella di non comprare più titoli Usa alle aste, il cosiddetto mercato primario. Già l'annuncio di questa decisione comporterebbe un immediato calo di valore dei tresauries e un altrettanto subitaneo rialzo dei tassi d'interesse a stelle e strisce. Poi c'è l'opzione numero due, l'arma finale: la vendita dei titoli già in possesso dei cinesi sul mercato secondario. Riversare una tale massa di obbligazioni sul mercato scatenerebbe l'effetto domino e uno sconquasso globale.

Ma proprio le prospettive disastrose dell'eventuale mossa rappresentano una sorta di polizza assicurativa per gli Stati Uniti. Perché quegli effetti travolgerebbero per prima proprio la Cina. Che si troverebbe un capitale svalutato di molto. E in più dovrebbe fronteggiare la crisi di tutte le economie satelliti, dall'Asia all'Africa. La struttura economica cinese è, sì, apparentemente poderosa, ma in realtà ancora fragile per potersi sobbarcare alleati economici improvvisamente indeboliti dalla catena di tassi rialzati. In più alla Casa Bianca contano su un fattore esclusivo: la Federal Reserve potrebbe ri-comprare i titoli del proprio debito venduti dai cinesi. Senza limiti, unica banca centrale al mondo.

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