I paesi del sud-est asiatico, tra cui Vietnam, Indonesia e Thailandia, hanno attratto investimenti diretti esteri (Ide) record nel 2018. Hanno goduto dei crescenti attriti commerciali tra Stati Uniti e Cina, che hanno spinto molte aziende a delocalizzare.
In realtà, quell'area dell'Asia attrae già da tempo imprese straniere, molte delle quali provengono dalla Cina, in virtù di una manodopera più economica, di politiche favorevoli alle imprese e di forti relazioni commerciali. Ma le tariffe Usa hanno accelerato l'esodo da Pechino.
C'è comunque un rovescio della medaglia. Nonostante le tensioni con gli Stati Uniti, la Cina - la seconda economia al mondo - è tuttavia rimasta una destinazione di investimento allettante: nel 2018 l'afflusso di Ide è aumentato del 4%, raggiungendo il massimo storico di 139 miliardi di dollari. Anche in questo caso la Cina è seconda soltanto agli Usa. Gli investitori stranieri hanno aperto più di 60 mila nuove società nel paese solo nello scorso anno, con un aumento del 70% rispetto al 2017.
Ecco allora che molte aziende estere scelgono alla fine di restare in Cina per soddisfare l'enorme mercato interno del paese. E, poi, le economie del sud-est asiatico sono limitate in termini di manodopera specializzata, infrastrutture, e approvvigionamento energetico. Gli investitori sanno che "ristrutturare" le catene globali del valore non è poi così semplice.