I 361 morti in Cina legati al nuovo coronavirus di Wuhan superano i decessi causati dalla Sindrome respiratoria acuta grave (Sars) che nel 2002-03 furono 349. Allo stato, i contagi totali del coronavirus sono 17.205, più del triplo dei 5.327 della Sars. La Commissione sanitaria nazionale (Nhc) cinese segnala 2.296 nuovi contagi accertati, per 17.205 casi complessivi. Si attestano a 21.558 i casi sospetti, mentre le guarigioni accelerano a quota 475.
Intanto, i mercati azionari della Cina continentale, nella prima giornata di riapertura dopo la lunga interruzione delle vacanze di Capodanno lunare, sono crollati lunedì di quasi il 9%. L’indice composite di Shanghai ha accusato nelle prime battute un tonfo dell'8,73%, bruciando ben 259,83 punti, scivolando ai minimi da febbraio 2019, mentre Shenzhen ha perso il 9%. Anche la Borsa di Hong Kong apre la seduta in territorio negativo.
Per cercare di tamponare lo stallo dell’economia, la Banca centrale cinese ha annunciato una maxi iniezione di liquidità sui mercati per 1.200 miliardi di yuan (173 miliardi di dollari).
Sono almeno 24 tra province e municipalità cinesi, come Shanghai, Chongqing e il Guandong, che hanno rinviato la ripresa delle attività economiche e produttive a non prima del 10 febbraio per i timori di contagio del coronavirus di Wuhan. Sono aree che nel 2019 hanno pesato per oltre l'80% in termini di contributo al Pil della Cina e per il 90% all'export.