Dopo essere stata nel 2020 l’unica tra le principali economie a segnare un segno positivo nella crescita, la Cina stima per il 2021 un Pil superiore al 6% in un contesto inflattivo intorno al 3%.
È quanto si legge nella relazione del premier Li Keqian messa a punto in occasione dell’apertura dei lavori annuali del Congresso nazionale del popolo, il ramo legislativo del parlamento.
I piani previsti dal governo includono anche la creazione di più di 11 milioni di nuovi posti di lavoro nelle aree urbane, dove la disoccupazione è valutata intorno al 5,5%.
La Cina ha previsto che il suo budget militare, il secondo al mondo dopo quello degli Stati Uniti, debba aumentare del 6,8% nel 2021, in leggero rialzo in riferimento al 6,6% dello scorso anno.
Pechino ha definito una spesa pari a 209 miliardi di dollari per la sua difesa, a un livello che resta ancora di circa tre volte inferiore al budget statunitense che vale il 40% delle risorse del settore a livello globale.