Un fiume di valuta estera nelle casse di Pechino

Surplus finanziario eccezionale nel 2021 per la Repubblica popolare campione dell’export. L’avanzo in conto capitale spinge la corsa dello yuan

Un fiume di valuta estera nelle casse di Pechino

Bilancia dei pagamenti cinese da record, con un surplus in valuta estera nel 2021 che sostiene la corsa dello yuan. Un enorme flusso di capitali stranieri è finito nelle casse di Pechino, a causa degli alti rendimenti dei titoli in valuta locale e del perdurante boom dell’export di prodotti ‘Made in China’. La finanza globale punta sui titoli cinesi grazie anche alla stabilità del cambio della divisa.

L’avanzo delle partite correnti (che misura il commercio di beni e servizi) nel 2021 è salito a 224,2 miliardi di dollari l’anno scorso, il più alto dal 2013. L’avanzo in conto capitale ha raggiunto il livello di 83,2 mld, il massimo dal 2010.

Lo rivelano i dati diffusi da Safe, l’amministrazione statale che per conto della Banca centrale monitora i flussi di capitale. Le cifre riflettono il forte surplus commerciale realizzato dalla Cina durante la pandemia e gli afflussi di capitale straniero a fronte di obbligazioni denominate in yuan.

L’avanzo commerciale ha raggiunto il record di 676 mld, trainato dalla forte domanda estera di beni ‘Made in China’ e anche dalla riduzione dei viaggi in uscita dal Paese che ha limitato il deficit nel commercio di servizi.

Surplus che ha messo le ali alla quotazione dello yuan che nel 2021 si è rafforzato del 2,7% rispetto al dollaro, estendendo il guadagno del 6,7% registrato nel 2020. Lo yuan offshore sfiora i 6,33 per dollaro, un livello registrato a dicembre quando la Banca centrale ha aumentato il coefficiente di riserva bancaria in valuta estera.

Se è ipotizzabile che l’export continui la sua marcia, più difficile è comprendere perché gli investitori esteri abbiano aumentato le loro partecipazioni in obbligazioni sovrane cinesi di 90,9 miliardi di dollari nel 2021, il ritmo più veloce mai registrato sugli anni precedenti. Il crack immobiliare e i default miliardari, i focolai di nuovi contagi e i lockdown dovrebbero mettere in guardia, ma così non è effettivamente stato.

L’investimento in azioni e obbligazioni denominati in yuan da parte di investitori offshore, al contrario, è salito a 23 mld a dicembre, il valore più alto dall’inizio dei record iniziato oltre dieci anni fa.

Ci si aspetta che i surplus continuino anche nel 2022, anche se gli afflussi di obbligazioni potrebbero iniziare a rallentare quando il differenziale di rendimento tra Cina e Stati Uniti si restringerà con l’aumento dei tassi di interesse deciso dalla Federal Reserve.

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