I francesi sono inclini al pessimismo, ma l'elezione di Emmanuel Macron come presidente un anno fa sembra aver portato un ulteriore alone di incertezza sul futuro del paese.
Nonostante l’euforia per la finale dei Mondiali di calcio, secondo un sondaggio Ipsos, il 70% dei francesi pensa che la Francia sia in declino. È lo stesso livello di un anno fa, ma con una differenza sostanziale: la quota che ritiene la perdita di competitività irreversibile è passata dal 20 al 24%. Nel 2017 il 53% pensava che il futuro della Francia fosse pieno di opportunità, mentre quest’anno la percentuale è scesa del 9%. E, parallelamente, la fiducia nel presidente francese si è ridotta di 10 punti, calando al 34%.
I francesi hanno eletto un leader pro-globalizzazione e hanno respinto la xenofobia di Marine Le Pen. Ma è stato scelto più per la sua immagine, non per le sue idee e più della metà degli elettori vede ancora la globalizzazione come una minaccia piuttosto che un'opportunità. I francesi sembrano aver abbandonato Macron in questa fase come avevano fatto con il predecessore Francois Hollande.
I prossimi mesi saranno ancora più complicati per il suo partito, La Republique En Marche. Sebbene l'opinione pubblica sia a favore del taglio della spesa pubblica, nessuno è d'accordo su dove applicare le sforbiciate, che sono necessarie per raggiungere i dichiarati obiettivi di bilancio. Inoltre, Macron ha promesso di riformare il welfare, tanto caro ai francesi, che lo difenderanno. Non sarà una riforma relativamente facile come quella della Sncf, in fondo approvata dai cittadini. Se persino i partiti di centro-destra non hanno avuto il coraggio di mettere le mani sul welfare un motivo ci sarà. E quel motivo si chiama stato sociale che, seppur bistrattato, resta probabilmente il più importante elemento di distinzione dell’Europa dal resto del mondo.
Certo, i francesi sono distratti dai Mondiali di calcio. Ma, indipendentemente da come andrà, Macron avrà comunque bisogno di segnare qualche gol personale. E nella porta corretta. Altrimenti, oltre ad aver dovuto rivedere radicalmente i suoi piani verso gli Stati Uniti d'Europa ed esser stato "rimandato" da Angela Merkel, il presidente rischierebbe qualcosa di più, una bocciatura senza appello, dai francesi.