La Sierra Leone ha firmato un accordo per vendere alla Cina per 55 milioni di dollari uno dei tratti più belli della sua costa, su cui un’azienda di Pechino costruirà un porto industriale. L’avventata scelta potrebbe causare un disastro ecologico e un rilevante danno al comparto ittico del paese africano: la zona fornisce il 70% del pesce per il mercato interno.
L’area (che si estende per 100 ettari) prescelta per l’investimento è denominata Whale Bay per le balene e i delfini che ne popolano le acque, ricche anche di altri pesci. Include anche un’ampia porzione di foresta pluviale. In più, le compensazioni che lo stato pagherebbe ai proprietari per confiscare la terra necessaria ai lavori per il porto vengono giudicate troppo basse rispetto ai prezzi del mercato.
Emma Kowa Jalloh, ministra per la Pesca della Sierra Leone, ribatte che il progetto prevede la creazione di un porto destinato principalmente alla pesca, che metà dei terreni sono già di proprietà dello stato e che i pescatori ne trarrebbero un vantaggio. “Vogliamo che la Sierra Leone si sviluppi, che cresca, che diventi un paese in ascesa. Affinché ciò sia possibile devono esserci investimenti e qualcuno deve sacrificarsi.”