Alcuni economisti parlano di miracolo nella Repubblica Ceca. Secondo i dati Eurostat, in effetti, continua a essere il paese dell'Ue con il più basso tasso di disoccupazione: 1,9% nel 2018. Il secondo paese in classifica è la Germania con il 3,3%.
Per capire cosa stia accadendo occorre partire da Skoda Auto. La casa automobilistica ceca, acquisita dal Gruppo Volkswagen nel 1991, è uno dei maggiori datori di lavoro del paese e la società più importante sia in termini di contributo al prodotto interno lordo, sia come quota sulle esportazioni. Skoda attualmente impiega 35 mila persone (compresi i lavoratori temporanei) presso i suoi tre stabilimenti di produzione a Mlada Boleslav (dove c’è anche un centro logistico), Kvasiny e Vrchlabi.
Ma non c’è solo Skoda Auto dietro alla strabiliante piena occupazione ceca. La Repubblica Ceca – la cui popolazione complessiva è pari a 10,6 milioni di persone - vanta il più basso tasso di disoccupazione tra i paesi dell’Ue da gennaio 2016. Economia incentrata sul settore metalmeccanico, che assorbe un terzo di tutti i lavoratori cechi. A cio’ si aggiunge l’incremento degli investimenti esteri, attratti anche dai bassi salari. Il costo medio del lavoro nel 2017 è stato di 11,30 euro l'ora, ben al di sotto della media Ue di 26,80 euro. È pur vero, tuttavia, che in Bulgaria, Ungheria e Polonia i livelli retributivi sono ancora più bassi.
È, dunque, un equilibrio destinato a durare per Praga? Secondo un recente studio dell'Ocse, quello che è stato il cardine dell’attuale successo, puntare quasi tutto sull’industria, potrebbe diventare presto un boomerang: la Repubblica Ceca si trova di fronte al rischio più alto (tra i membri dell’Ue) di perdita di posti di lavoro a causa dell'automazione.