Una trentina di pagine e sei macro-missioni. Si compone così il primo schema delle linee guida per il Recovery Plan italiano che punta su: digitalizzazione e innovazione; transizione ecologica; salute; infrastrutture nel segno della sostenibilità; istruzione e ricerca; inclusione sociale e territoriale.
Si tratta di un primo schema delle linee guida per il Recovery Plan che l’Italia, secondo il calendario previsto dalla commissione Ue, è tenuta a presentare formalmente all’Ue tra gennaio e aprile 2021.
Le linee guida partono dal tema della digitalizzazione e prevedono l'informatizzazione della pubblica amministrazione; il completamento della rete nazionale in fibra ottica e interventi per lo sviluppo delle reti 5G.
Quindi, la rivoluzione verde. E, in particolare, la decarbonizzazione dei trasporti e il miglioramento dell'efficienza energetica degli edifici pubblici, nonché la gestione integrata del ciclo delle acque.
Per quanto riguarda le infrastrutture, si va dal completamento della Torino-Lione all’alta velocità ferroviaria per passeggeri e merci, oltre allo sviluppo delle reti autostradali con ponti e viadotti. Inoltre sono previsti investimenti nella mobilità urbana sostenibile pubblica e privata.
Poi istruzione, formazione e ricerca. Su questo punto il governo ha intenzione di ricorrere massicciamente al Recovery Fund: digitalizzazione dell’istruzione, lotta all’abbandono scolastico, politiche mirate ad aumentare i laureati. Cablaggio in fibra ottica delle università.
In riferimento a equità e inclusione, si punta sulle politiche attive del lavoro e per l’occupazione giovanile, oltre al Family act e ad una particolare formazione per le donne.
Ultimo punto, il sesto, quello della salute. Più posti in terapia intensiva, ma anche un uso più intenso ed integrato della tecnologia a partire dall’introduzione del fascicolo sanitario elettronico. Un capitolo di interventi sarà indirizzato anche alle cure e all’assistenza a domicilio.
Quindi gli obiettivi. Tra i quali, raddoppiare il tasso di crescita dell’economia portandolo in linea con la media Ue all’1,6% e aumentare il tasso di occupazione di 10 punti percentuali per arrivare al 73,2% della media europea, oltre a ridurre il cuneo fiscale sul lavoro tramite una riforma dell’Irpef in chiave progressiva con una legge delega entro fine 2020 e decreti attuativi entro il 2021.
Per ora il progetto del governo assume solo la forma di un elenco di buone intenzioni.