La Germania ha deciso di irrigidire le regole sulle acquisizioni di imprese tedesche da parte di aziende extra-europee. La nuova regolamentazione si applica alle società che operano in settori strategici, tra i quali sicurezza e infrastrutture.
La misura, che consente al governo di bloccare le acquisizioni estere di quote societarie tedesche dal 10% in sù rispetto al 25% attuale, è pensata per porre un freno agli investitori cinesi soprattutto nelle aziende hi-tech ad alto valore aggiunto.
Non tutti in Germania, tuttavia, ritengono che le nuove regole vadano nella direzione giusta. Il timore è di chiudere troppo il mercato agli investimenti esteri. E, poi, se la locomotiva d'Europa negli ultimi anni è cresciuta così tanto è anche grazie alla seconda economia al mondo. La Cina è diventata infatti il principale partner commerciale della Germania: gli scambi bilaterali hanno sfiorato i 187 miliardi di euro nel 2017.
La dichiarata volontà di Pechino di trasformare la propria economia da “fabbrica del mondo” ad una ad alto valore aggiunto puntando su innovazione e tecnologia ha, tuttavia, cominciato a preoccupare Berlino, che teme di perdere il proprio know-how. Secondo uno studio recente, ben 112 su 175 acquisizioni (parziali o totali) da parte di gruppi cinesi tra il 2014 e il 2017 sono state effettuate in settori industriali strategici.
L’allarme è scattato all'inizio del 2018 quando l'imprenditore Li Shufu, a capo della casa automobilistica cinese Geely, ha acquisito una quota del 10% di Daimler, il gigante tedesco che possiede l'iconico marchio Mercedes-Benz.
La scelta del Governo tedesco è stata anche favorita dal fatto che le imprese straniere continuano ad essere limitate in Cina e sono ancora oggi costrette a siglare joint venture con aziende locali. Le rigidità sono così forti che, per il Business Confidence Survey 2018, il paese asiatico è "una delle economie più chiuse al mondo".