Un conto in Svizzera che non era del partito, il Psi, ma di Bettino Craxi (morto da latitante nel 2000), il suo segretario. Con tasse evase su un imponibile complessivo di oltre 23 miliardi e mezzo di vecchie lire, con una maggiore Irpef da pagare pari a 10,7 mld di lire (oltre alle sanzioni). La V Sezione Civile della Cassazione ha depositato la sentenza che condanna i figli e la moglie del segretario del Psi a pagare oltre 20 mila euro di spese legali e quei tributi.
Una storia che risale al 1992-1993 e che si conclude ora e incolpa gli eredi con beneficio di inventario Stefania, Vittorio e Anna Moncini. Secondo la Cassazione Craxi, almeno a partire dalla seconda metà degli anni ‘80, aveva fatto aprire all’estero a suoi prestanome, movimentava e gestiva, tramite “terze persone” , un conto corrente (International Gold Coast) al quale affluivano i denari che qualche persona doveva far arrivare all’onorevole Craxi (e non al partito).