Il debito cresce in tutto il mondo e desta preoccupazione, in particolare in Asia: a livello globale, secondo l'Institute of International Finance, alla fine del 2017 aveva raggiunto la cifra record di 237 trilioni di dollari, di cui ben 174 si trovavano nelle economie avanzate. Ma i mercati emergenti asiatici stanno diventando leader mondiali nella dimensione del debito rispetto al Pil. Va tutto bene?
In Cina, seconda economia del mondo dopo gli Usa, il debito societario è pari al 166% del Pil. Giappone e Corea del Sud si attestano al 100% e anche Hong Kong e Singapore hanno indici di indebitamento societario molto elevati, dovuti alle ridotte dimensioni delle loro economie. La crisi asiatica del 1997 ha insegnato a essere cauti, anche se oggi la situazione sembra essere diversa e i governi indebitati hanno accumulato riserve in dollari in caso di necessità.
La ripresa economica globale cominciata dall’inizio del 2017, grazie al settore del commercio, è chiaramente minacciata dal protezionismo e dai dazi imposti dal presidente americano, Donald Trump: la dimensione del debito mondiale, pur in presenza di bassi tassi di interesse, è oggi preoccupante. E i ricavi delle attività commerciali potrebbero risentirne.
Non solo Asia. Il debito societario negli Stati Uniti ha raggiunto il 73% del Pil e nella zona euro il 103%, mentre il debito pubblico statunitense ha le stesse dimensioni del Pil e quello delle famiglie è del 77%. In Asia, famosa in passato per la sua parsimonia, la crescita dell’indebitamento delle famiglie è degna di nota. Il Fondo monetario internazionale monitora i 180 paesi membri e mette in guardia sul problema: la montagna del debito continua a crescere, osservate speciali sono in particolare la Cina e la Corea del Sud.