L’economia statunitense rallenta, colpita da inflazione e rialzo dei tassi. Il settore tecnologico licenzia. Eppure il mercato del lavoro a stelle e strisce va a gonfie vele: a gennaio - secondo i dati pubblicati dal Dipartimento del Lavoro - l’economia Usa ha aggiunto mezzo milione di nuovi posti di lavoro nel settore non agricolo (superando le aspettative), tanto che il tasso di disoccupazione è sceso al 3,4%. Si tratta del minimo dal 1969.
In termini assoluti sono stati creati 517.000 posti di lavoro a gennaio, oltre le stime degli analisti che scommettevano su 188.000. Le retribuzioni medie orarie si sono attestate a 33,03 dollari, con un aumento dello 0,3% sul mese e del 4,4% sull’anno.
Dal punto di vista della Fed, un mercato del lavoro forte conferma che l’economia non è in recessione, il che le dà spazio per moderare ulteriormente l’inflazione aumentando i tassi di riferimento. Ma occorre anche considerare che, in generale, gli effetti sul mercato del lavoro sono ritardati di alcuni mesi rispetto all’andamento della crescita economica.