
“La Fed farebbe molto meglio a tagliare i tassi, mentre i dazi statunitensi iniziano a farsi strada nell’economia. Fate la cosa giusta. Il 2 aprile è il Giorno della Liberazione in America!!!”. Lo scrive in un post sul suo social Truth Donald Trump, dopo che la Federal Reserve ha deciso di mantenere i tassi di interesse al 4,25%-4,5%, livello a cui li aveva portati il 18 dicembre.
La decisione sui tassi di interesse arriva mentre la Casa Bianca di Trump cerca di sostenere la sua causa per dazi più rigidi in un quadro economico incerto negli Stati Uniti. L’inflazione non è diminuita tanto quanto vorrebbero i consumatori americani. Gli alti tassi di interesse stanno schiacciando il mercato immobiliare e ora alcuni analisti vedono la crescita economica rallentare nei prossimi mesi.
Trump ha detto che intende consentire a Powell, che ha nominato per l’incarico nel 2018, di svolgere il resto del suo mandato. Tuttavia, ha anche definito la decisione di Powell di tagliare i tassi di interesse prima delle elezioni presidenziali di novembre come motivata politicamente e intesa a rafforzare i democratici.
E qui siamo al punto. Al centro del problema c’è un abnorme debito pubblico, quello statunitense, che va sistematicamente rifinanziato. Tassi più bassi farebbero scendere il costo del debito per l’economia a stelle e strisce.
Gli scenari possibili sembrano, dunque, tre: 1. Powell decide di abbassare sensibilmente i tassi; 2. Trump aumenta la pressione sul governatore della banca centrale spingendolo alle dimissioni; 3. Trump, pur di indurre la Fed ad abbassare i tassi, spinge gli Usa in recessione. E se lo scenario più verosimile fosse proprio quest’ultimo?