La popolazione della California è scesa fino a raggiungere i 39,2 milioni di abitanti nel gennaio di quest’anno, 400mila in meno rispetto al 2020, mentre intorno al 1990 il numero di californiani aumentava al ritmo del 2,5% annuo. Il principale contributo al declino viene dall’immigrazione. Nel 2021 il cambiamento netto (la differenza tra il numero di persone che hanno lasciato lo Stato e quello delle persone che si sono stabilite all’interno dei suoi confini) era il doppio rispetto al numero di decessi da Covid-19 e il quadruplo del tasso di ricambio naturale della popolazione (la differenza tra il numero di decessi e quello delle nascite).
Un altro elemento chiave è il tasso di fertilità complessivo (Tft, la stima del numero medio di bambini che una donna partorisce nel corso della sua vita), che è passato in California da 2,2 figli nel 2006 a 1,5 nel 2020, più che nella totalità degli Stati Uniti, dove la riduzione è stata da 2,1 a 1,6 figli. Secondo il demografo californiano Walter Schwarm, la fertilità si è ridotta in parte a causa della maggiore quota di immigrati stranieri in arrivo da Corea del Sud, Giappone e Cina, che hanno esportato negli Usa anche il loro basso tasso di fertilità.
La California non è dunque più la calamita di un tempo per gli emigranti. Tra il 2000 e il 2020, lo Stato ha perso 3 milioni di abitanti che si sono trasferiti in altre aree degli Usa. Negli ultimi anni il declino è stato incrementato dalla pandemia e dai controlli alle frontiere, due fenomeni che hanno colpito gli immigrati stranieri. Uno dei risultato è che, se nel 2000 la popolazione del Texas superava del 60% quella della California, oggi quel dato è arrivato al 75%, anche grazie all’afflusso di californiani.
In questo esodo hanno giocato un ruolo cruciale la siccità, gli incendi e il sistema scolastico relativamente scadente, ma il fattore decisivo è il costo degli alloggi. Nel 2019 una casa in California costava in media il 184% più che in Texas. La conseguenza è che la California non è più un melting pot. In passato era considerata un luogo dove ognuno veniva da qualche altra parte. Prima del 2000 solo il 40% delle persone tra i 25 e i 35 anni era nato qui. Oggi, invece, è il 60%. Nel futuro dello Stato si intravede una popolazione sempre più anziana e meno numerosa, oltre a meno diversità etnica e istruzione.