“Ho ricevuto un avviso di garanzia su fatti risalenti al 2017 – ha dichiarato Cesa -. Mi ritengo totalmente estraneo, chiederò attraverso i miei legali di essere ascoltato quanto prima dalla procura competente. Come sempre ho piena e totale fiducia nell'operato della magistratura. E data la particolare fase in cui vive il nostro Paese rassegno le mie dimissioni da segretario nazionale con effetto immediato”.
Fatto sta che le intercettazioni delineano un quadro inquietante. In manette sono finiti maggiori esponenti delle ‘ndrine tra le più importanti di Crotone, Isola Capo Rizzuto e Cutro come Bonaventura, Aracri, Arena e Grande Aracri, nonché imprenditori di spessore ed esponenti della pubblica amministrazione collusi con le organizzazioni criminali.
Nel complesso, 13 persone sono state arrestate (e portate in carcere) e 35 ai domiciliari (tra queste ultime anche l’assessore al Bilancio della Regione Calabria, Franco Talarico, dell’Udc). Un’interdittiva è stata emessa a carico del notaio Rocco Guglielmo, di 58 anni, uno dei più noti ed attivi notai calabresi.
L’indagine ha accertato movimenti illegali di denaro per oltre trecento milioni di euro. Oltre alle misure cautelari, la Procura della Repubblica di Catanzaro ha disposto l’esecuzione di numerosi sequestri di beni aziendali, immobili, autoveicoli, conti correnti bancari e postali per un valore che è stato definito ingente.