Mario Draghi al Quirinale? Secondo il Financial Times, il premier “può servire meglio il Paese” da capo dello Stato. È la valutazione espressa sul quotidiano finanziario da Bill Emmott.
Ecco alcuni passaggi dell’editoriale.
“Da ottimo economista, Mario Draghi conosce la teoria del second best, della seconda migliore opzione. In un mondo perfetto, dovrebbe rimanere premier per tutti i cinque anni del Pnrr. Ma se il risultato perfetto è irraggiungibile, è giusto optare per la migliore soluzione imperfetta: vale a dire che Draghi sia eletto presidente della Repubblica dal Parlamento a fine gennaio, e da lì per i prossimi sette anni sovrintenda alle questioni come capo dello Stato.”
“Un’altra idea di cui si parla tanto - ovvero che Draghi rimanga primo ministro fino al 2023, quando si terranno le prossime elezioni generali - è un’illusione. Draghi non potrà realizzare altrettanti notevoli progressi come nei suoi 10 mesi in carica perché questi sono dipesi dalla tregua tra i partiti dell’ampia coalizione che lo sostiene. Dopo gennaio, quel cessate il fuoco potrebbe durare per altri sei mesi al massimo prima che prenda il sopravvento la febbre elettorale.”
“Non è questo il modo ideale per rivitalizzare un Paese (Draghi al Quirinale, ndr), rimasto in una situazione stagnante per la maggior parte degli ultimi 30 anni. Del resto, una riforma da manuale richiederebbe 10 anni di mandato, aiutato da una base politica stabile. Nel mondo reale, costantemente volatile, della politica italiana, il governo Draghi ha già ottenuto molto.”
“Occorre che gli investitori privati devono arrivare a credere che tali cambiamenti siano permanenti. Il rischio concreto è che questa raffica di investimenti pubblici (collegati al Pnrr, ndr) garantisca all’Italia alcuni anni buoni, e dopodiché un nuovo ristagno.”
“È necessario che gli equilibri della politica italiana si spostino verso l’accettazione e l’attuazione a lungo termine di tali riforme, affinché possano durare attraverso i successivi governi. Un mutamento di prospettiva che potrebbe essere aiutato da un capo di Stato tenuto in grande considerazione in patria e all’estero, in altre parole Mario Draghi.”
“Se Draghi salirà al Quirinale a febbraio, si potrebbe probabilmente formare un governo ad interim, probabilmente guidato da uno dei suoi attuali ministri non politici (Daniele Franco?, ndr): un governo fotocopia, il più vicino possibile all’attuale esecutivo.”