Il premier Mario Draghi fa da garante con Bruxelles, Parigi e Berlino. E pone tre condizioni: sostegno all’Ucraina, fedeltà alla Nato e non far esplodere il debito pubblico.
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Un compromesso per accreditarsi con l’Europa. Poche ore dopo la fine della campagna elettorale, Giorgia Meloni si affida a Mario Draghi. Al suo “ombrello” con le Cancellerie continentali. È lo scenario descritto da Tommaso Ciriaco e smentito da Palazzo Chigi. Ciò che appare verosimile, al di là degli scoop di Repubblica, è che alcuni elementi lasciano ipotizzare che Meloni sposerà un atteggiamento improntato alla cautela, cercando di dimostrare di essere capace e abile nel ruolo di premier ancora prima di essere riconosciuta come una persona coerente. Quella è forse la sua vera scommessa personale: per riuscirci dovrà tirare fuori virtù finora tenute nascoste, a partire dalla capacità negoziale soprattutto in ambito europeo. In tal senso, una mano tesa verso Draghi non appare come un fatto impossibile.