Ma la confisca è un’operazione davvero possibile?

Utilizziamo i 300 miliardi di dollari di asset russi congelati per aiutare l’Ucraina.

Janet Yellen

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Ma la confisca è un’operazione davvero possibile?

La segretaria al Tesoro statunitense, Janet Yellen, ha offerto il massimo sostegno pubblico all’Ucraina, durante la sua conferenza stampa da San Paolo, in Brasile, dove è in programma il G20 dei ministri dell’Economia e delle Finanze e dei banchieri centrali, affermando che “è necessario e urgente” trovare il modo, con gli alleati, di sbloccare gli asset russi congelati dopo l’invasione, pari a un valore di circa 285 miliardi di dollari, e usarli per “sostenere la resistenza ucraina e la ricostruzione del Paese”.

Detto ciò, si tratta di un’operazione realisticamente fattibile? Il grosso del malloppo si trova in Europa. In Belgio, presso Euroclear, la banca centrale russa ha infatti depositato circa 190 miliardi di euro, che sono al momento congelati in una sorta di limbo. Mosca ha scelto l’euro ritendendola, in questa fase e vista la sua posizione, una moneta più sicura ed affidabile del dollaro.

Se questi asset venissero di fatto confiscati l’affidabilità della moneta europea sul mercato internazionale ne risentirebbe. Ad Usa ed Inghilterra, ossia dollaro e sterlina, interessa poco. Non per caso Olaf Scholz ed Emmanuel Macron si oppongono. A queste perplessità si aggiungono poi quelle di natura legale

Secondo Mostrey, più fattibile sarebbe invece la strada dell’utilizzo degli interessi generati da questi asset per aiutare Kiev. L’Ue ha varato una normativa che consente l’uso degli interessi maturati da asset russi sotto sequestro a favore dell’Ucraina. Bruxelles stima che in questo modo potrebbero arrivare in Ucraina fino a 17 miliardi di euro nei prossimi 4 anni che andrebbero ad aggiungersi ai fondi già stanziati da Stati Uniti ed Europa. Difficile che si riesca ad andare oltre.

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