Il piano di Putin per dire sì alla tregua: spaccare in tre l’Ucraina

La rivelazione dell’agenzia Interfax

Il piano di Putin per dire sì alla tregua: spaccare in tre l’Ucraina

L’agenzia Interfax ha rivelato il documento che Vladimir Putin vuole presentare a Donald Trump (in attesa del 20 gennaio 2025, giorno del nuovo insediamento a Washington del tycoon).

L’obiettivo è instaurare un governo filorusso nel centro del Paese e consegnare a Zelensky soltanto l’area occidentale (il cui destino, nell’ottica di Mosca, dovrà essere concordato da Polonia, Ungheria e Romania). In pratica Putin punta a rendere l’Ucraina uno Stato fantoccio di Mosca: è sostanzialmente questo il suo piano per dire sì alla tregua.

In realtà, è da lungo tempo che il leader del Cremlino ha posto, tra le altre, due condizioni: la sostituzione dell’attuale esecutivo ucraino (che è eterodiretto dall’estero, verosimilmente dagli Stati Uniti, secondo il Cremlino) e il no all’ingresso di Kiev nella Nato. Si tratta di condizioni che Putin ripete da anni, con la differenza che ora può sedersi al tavolo con Trump avendo occupato il 20% circa del territorio ucraino. Il che aumenta e di molto il potere negoziale di Putin.

A tal punto che i progetti russi per l'Ucraina prevederebbero la partizione del paese in trenon esisterebbe più uno stato ucraino in continuità con quello emerso dalla fine dell'Urss nel 1991. Il territorio verrebbe diviso tra:

1. “nuove regioni della Russia”, con la piena annessione delle regioni di Donetsk, Luhansk, Zaporizhzhia, Kherson, della Repubblica autonoma di Crimea e della città di Sebastopoli;

2. “formazione statale filo-russa”, uno stato fantoccio guidato da autorità fedeli al Cremlino, nei territori delle regioni di Kyiv, Chernihiv, Sumy, Kharkiv, Poltava, Kirovohrad, Dnipro, Odesa, Cherkasy, Vinnytsia, Zhytomyr e della città di Kyiv. In questi territorio ci sarebbero basi militari russe per impedire un avvicinamento a Unione europea e Nato;

3. “territori contesi”, ossia le regioni occidentali di Volyn, Rivne, Khmelnytsky, Leopoli, Ivano-Frankivsk, Ternopil, Chernivtsi e Zakarpattia, il cui futuro dovrebbe essere deciso tra la Russia e gli altri Stati confinanti: Ungheria, Polonia, Romania. 

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