Quando si comincia a decidere il destino di un paese senza la presenza di questo paese e senza averlo consultato si parla di Conferenza di Monaco, versione 1938.
Visto da qb
Il colpo di Stato diplomatico di Donald Trump ha colto di sorpresa un presidente ucraino, criticato nelle ultime settimane nel suo Paese per una serie di passi falsi e "esaurito" dalla stanchezza derivante da tre anni di guerra.
In nero, dalla testa ai piedi. Ecco come Volodymyr Zelensky è arrivato e se n’è andato dalla Conferenza sulla sicurezza tenutasi a Monaco di Baviera, in Germania, da venerdì 14 a domenica 16 febbraio. Dopo la maglietta color cachi, la polo scura è diventata l’altra uniforme della ‘resistenza di Kiev’ da quando, il 24 febbraio 2022, la Russia ha invaso l’Ucraina e il presidente ha scelto di rimanere nella capitale.
Il 14 febbraio, la stampa ucraina e gli specialisti di geopolitica hanno sottolineato in modo particolare l’altro simbolo di questa ‘Monaco II’: "Quando si comincia a decidere il destino di un paese senza la presenza di questo paese e senza averlo consultato - ha riassunto l’esperto di relazioni internazionali François Heisbourg - si parla di Conferenza di Monaco, versione 1938”. Quell’anno erano stati siglati accordi che consentivano alla Germania nazista di annettere territori della Cecoslovacchia popolati da tedeschi, premesse della Seconda guerra mondiale.