
La prima riunione dei ministri dei 27 sui dazi imposti da Donald Trump rilancia una “inaspettata” unità dei Paesi membri dell’Ue. Trattare con la ‘pistola sul tavolo’, con le porte aperte al dialogo, ma ad una condizione: l’Europa non attenderà all’infinito.
La linea preferenziale resta quella del negoziato. Anzi, un’offerta è già sul tavolo della Casa Bianca: applicare, reciprocamente, zero tariffe sui beni industriali. È un’offerta avanzata ben prima del 2 aprile, finora invano.
Ed è qui che subentra l’altra faccia della strategia Ue: il via libera politico alla lista dei contro-dazi decisa dalla Commissione il 12 marzo, come risposta alle tariffe americane su acciaio e alluminio. La lista viene spaccata in due tranche: una prima, minoritaria, entrerà in vigore il 15 aprile. Una seconda, più corposa, sarà operativa il 15 maggio.
Il sostegno dei 27, almeno in queste prime battute, sembrerebbe esserci, Italia inclusa. L’Ue, in sostanza, ritiene che l’economia statunitense non reggerà a lungo; in tal senso, si può spiegare questa politica perlopiù attendista, tesa a guadagnare tempo, scelta da Bruxelles.
Tornano, tuttavia, alla mente le dichiarazioni roboanti che ad inizio del 2022 rilasciate da molti leader dell’Ue secondo cui l’economia russa sarebbe rapidamente scivolata verso l’inferno. Non sembra che poi le cose siano andate effettivamente così.