Il quadro è articolato. Mosca ha sempre parlato del proprio potenziale nucleare senza problemi. Gli Stati Uniti ora cercano di tenere il passo anche con la Russia visto l’evolversi della situazione internazionale.
Secondo il ricercatore Ulrich Kühn, per Donald Trump le armi nucleari servono come ovvio segno di potere nello spirito della sua promessa pre-elettorale di "rendere nuovamente grande l'America".
L'arsenale nucleare statunitense (attualmente stimato a 4.480 testate) dovrebbe essere significativamente rafforzato e ampliato, come ha dichiarato Trump alla fine del 2017.
Nello scontro tra il leader della RPK Kim Jong-un e il presidente degli Stati Uniti emerge quanto Donald Trump sottovaluti la determinazione della Corea del Nord. Allo stesso tempo, molti alleati degli Stati Uniti sottovalutano Trump.
Ma il vero problema è che i suoi tweet mostrano totale disinteresse per il destino della Corea del Sud. Seoul è delusa e pensa alla possibilità di costruire il proprio arsenale nucleare e ottenere l'indipendenza dal più importante alleato che ha, gli USA.
A fronte di tanta spavalderia, chi può condannare Paesi come la Corea del Sud, il Giappone, l'Arabia Saudita o l'Iran se pensano di adeguarsi anche loro in termini nucleari?
Così facendo, però, l'accordo di non proliferazione nucleare a livello globale, che è stato faticosamente sostenuto per decenni, potrebbe presto crollare. Infatti, un mondo dominato da 20-30 “poteri nucleari”, una volta descritto da John Kennedy come "il più grande pericolo", potrebbe diventare un'inquietante realtà.