New York Times: “L’Italia torna a un’instabilità familiare”

“Le dimissioni di Conte sono una mossa tattica finalizzata ad accrescere le possibilità di guidare un nuovo governo. La scorsa settimana il primo ministro ha ottenuto la fiducia in entrambi i rami del parlamento, tuttavia è stato un voto che lo ha lasciato con una maggioranza esile e i tentativi per ampliarla sono falliti”. È la sintesi del britannico ‘The Guardian’.

“Conte aveva invitato i parlamentari centristi e indipendenti a sostenere il suo governo di minoranza, ma finora pochi di loro hanno risposto alla chiamata - ricostruisce Le Monde -. Il tempo stringe per approvare le leggi necessarie a combattere l’epidemia di covid-19”. Sul tavolo dell’esecutivo ci sono infatti diversi fascicoli: da quello sulla crisi economica causata dalla pandemia a quello sulla campagna di vaccinazione che ha subìto vari rallentamenti, passando da quello sui progetti per spendere gli aiuti del piano europeo per la ripresa (il Recovery Plan).

Tutte decisioni urgenti e per il momento sospese: “Le dimissioni lasciano l’Italia in una situazione di incertezza mentre i casi di Covid-19 sono ancora tanti - commenta il New York Times -. Il paese torna a un’instabilità che gli è familiare, ma lo fa in tempi straordinari, mentre decine di milioni di italiani cercano di non ammalarsi, fanno i conti con le restrizioni e con una profonda recessione”. Il quotidiano statunitense prova a ricostruire gli scenari, ma ammette che capire “cosa succederà non è chiaro” e aggiunge: “Conte potrebbe rimanere in carica, guidando una nuova coalizione e un governo sostenuto da uno schieramento diverso di partiti, ma le possibilità includono anche un cambiamento più profondo, con un nuovo primo ministro, oppure le elezioni”. Con il passare delle ore sembrano in realtà crescere le quotazioni della seconda possibilità, ovvero un nuovo premier.

E Italia Viva e Forza Italia? “Silvio Berlusconi si offre di appoggiare un esecutivo di unità nazionale – spiega El País -. Mentre Matteo Renzi pensa che Conte possa essere sostituito facilmente. Ma le ipotesi che al suo posto vadano il leader del Movimento 5 stelle Luigi Di Maio o l’esponente del Partito democratico e attuale ministro della cultura Dario Franceschini non è tuttavia matura”.