Dopo sedici anni passati alla cancelleria della più grande economia europea, Angela Merkel non ha tradito il suo stile nel dire addio al Bundestag (il Parlamento tedesco che l’ha salutata con un lunghissimo applauso): zero malinconia e molto senso pratico condito da qualche battuta.
Il tema centrale del suo discorso ha riguardato il ponte del dialogo lanciato verso la Russia di Vladimir Putin, a rappresentare quella che probabilmente potrebbe essere l’ultima mossa sullo scacchiere geopolitico globale da parte della cancelliera. Il prossimo 26 settembre si svolgeranno in Germania le elezioni federali, le prime dal 2015 senza Merkel.
E, sebbene la proposta della cancelliera e del presidente francese di riavviare il dialogo sull’asse Bruxelles-Mosca sia stata bocciata nella prima giornata del Consiglio europeo, Merkel proverà a lasciare il segno con l’obiettivo di riaprire un canale di comunicazione con la Russia nella prossima riunione dei 27 fissata per ottobre.
Una posizione di apertura che va letta in parallelo con l’articolo firmato da Putin e pubblicato nei giorni scorsi sul settimanale tedesco ‘Die Zeit’, nel quale il capo del Cremlino offre all’Ue un’apertura piena. “Lo voglio ribadire ancora una volta: la Russia è a favore del ripristino di un partenariato complessivo con l’Europa”. E poi: “Ci sono molti temi di comune interesse. La sicurezza e la stabilità strategica, la salute e l’istruzione, poi la digitalizzazione, l’economia energetica, la cultura, la scienza e la tecnologica, le soluzioni per il clima ed i problemi ambientali”.
Un ventaglio di questioni sulle quali Putin ora propone “una collaborazione equa e creativa” e fa riferimento persino a “uno spazio comune di cooperazione e sicurezza dall’Atlantico al Pacifico, che possa comprendere diversi formati di integrazione, tra i quali l’Unione economica euroasiatica”. Secondo alcuni analisti, nell’ultima fase dell’era merkeliana, qualcosa di grosso si sta muovendo.