Da Orbán ai sauditi. Ecco come venivano spiati 180 giornalisti, capi di Stato e di governo

Nei prossimi giorni sarà diffusa la lista completa dei nomi. Usato il famigerato software israeliano Pegasus.

Spiati 180 giornalisti. E anche capi di Stato e di governo

Oltre 180 giornalisti, ma anche attivisti per i diritti umani, sindacalisti, politici, figure religiose e avvocati in tutto il mondo, sono finiti nel mirino di governi autoritari, tra i quali Ungheria, Arabia Saudita, Emirati Arabi, che si sono serviti dello spyware Pegasus, prodotto dalla società israeliana di cybersecurity Nso, per spiarli.

Lo rivela un’inchiesta di 17 testate giornalistiche che hanno indagato su una maxi fuga di dati. L'inchiesta indica il continuo e diffuso abuso di Pegasus, che la compagnia Nso sostiene venga fornito solo a forze dell’ordine e agenzie di intelligence con il solo scopo di combattere il crimine.

Pegasus è un malware capace di infettare iPhone e Android da cui è in grado di estrarre messaggi, foto ed email, come anche registrare chiamate e attivare microfoni.

Nella lista, ci sono oltre 50 mila numeri di telefono, di interesse per i clienti della Nso dal 2016. I giornalisti possibili obiettivi di hackeraggio lavorano per alcune delle testate più prestigiose del mondo, tra cui Financial Times, Wall Street Journal, Cnn, New York Times, Al Jazeera, France 24, Radio Free Europe, El Pais, Associated Press, Le Monde, Bloomberg, France Presse, Economist e Reuters.

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