La risposta dell’Occidente alle minacce russe che da mesi prendono di mira l’Ucraina si è giocata anche sul terreno dei Servizi segreti. Un gruppo di cinque paesi che riunisce Stati Uniti, Regno Unito, Francia, Germania e Italia ha condiviso le proprie informazioni, ma questa condivisione di conoscenze non ha portato all’adozione di una strategia comune.
Al contrario, sono emersi due schieramenti: quello degli anglosassoni che davano per scontato che Vladimir Putin stesse per attaccare, e quello degli europei continentali che credevano che ci fosse ancora spazio per la trattativa.
Secondo una fonte diplomatica francese riportata da Le Monde, i servizi di intelligence americani e britannici hanno indicato ai loro alleati, nell’ottobre del 2021, “la possibilità di un intervento russo in Ucraina”. Non hanno voluto tuttavia condividere fino alla metà di novembre i punti nodali che hanno permesso loro di giungere a tale conclusione.
Sebbene la maggior parte delle informazioni sia passata attraverso contatti bilaterali, il gruppo si è riunito in diverse occasioni. Intorno al tavolo: il britannico Simon Gass; l’americano Avril Haines; l’italiana Elisabetta Belloni; il francese Laurent Nunez; e il tedesco Johannes Geismann (poi sostituito dopo l’uscita di Angela Merkel).
A dicembre, Avril Haines annuncia ai suoi alleati che il suo Paese considera le dichiarazioni concilianti del presidente russo solo un’esca e servono solo a far guadagnare tempo al Cremlino. L’obiettivo di Vladimir Putin – spiega - è invadere l’Ucraina. Un punto di vista condiviso dai britannici.
“Se Regno Unito e Stati Uniti hanno previsto correttamente i piani di Putin, è perché si sono avvicinati agli ucraini molto presto”, spiega a Le Monde Dominic Grieve, presidente della Commissione parlamentare responsabile della supervisione dei servizi di intelligence britannici (ISC) fino alla fine del 2019.
