Non armi “usa e getta” per resistere all’invasione, ma strumenti per fronteggiare una guerra lunga. Gli Stati Uniti si preparano a cambiare il sostegno a Kiev, pianificando aiuti bellici destinati a entrare in servizio solo dopo l’estate: sistemi sofisticati che richiederanno l’addestramento dei soldati da parte di istruttori statunitensi. Stinger, Javelin e altri ordigni simili, piuttosto semplici da usare, hanno permesso di fermare la prima ondata russa, ma non saranno sufficienti a contenere i nuovi attacchi.
Il presidente Usa ha così approvato una fornitura da 800 milioni di dollari destinata all’assistenza militare per rafforzare le difese ucraine contro l’intensa offensiva russa in corso nell’est del paese. Joe Biden ha annunciato l’aiuto dopo aver sentito il presidente ucraino Volodymyr Zelenskyy per coordinare la consegna dell’assistenza, che è l’ultimo di una serie di pacchetti di armi per un valore complessivo di 2,6 miliardi di dollari da quando la Russia ha invaso l’Ucraina lo scorso 24 febbraio.
Nell’elenco pubblicato dal Pentagono ci sono 18 obici da 155 mm, 40.000 proiettili di artiglieria, sistemi radar di sorveglianza aerea e mine anti-uomo. Inoltre, per aiutare le truppe ucraine a spostarsi sul campo gli Stati Uniti invieranno 100 veicoli corazzati Humvee, 200 mezzi corazzati per M113 e 11 elicotteri Mi-17. Questi ultimi vanno ad aggiungersi ai cinque già inviati all’inizio di quest’anno. Nel pacchetto, precisa il Pentagono, sono inclusi anche altri Switchblade, i cosiddetti “droni kamikaze”, missili Javelin, attrezzature mediche, giubbotti antiproiettile ed elmetti. Nel briefing di ieri il portavoce del Pentagono ha detto, inoltre, che sono stati inviati in Ucraina anche “dispositivi di protezione individuale contro armi chimiche”.
Insomma, la prospettiva di un cessate il fuoco si allontana. E l’industria bellica statunitense festeggia: dal 1960 al 2020 gli Stati Uniti sono stati il primo esportatore mondiale di armamenti, come riporta My Data Jungle. Nel solo 2020, l’export del comparto bellico della prima economia globale è arrivato a circa 9,4 miliardi di dollari. Più delle esportazioni cumulate di Cina, Giappone, Germania, Regno Unito, India, Corea del Sud, Italia, Canada (pari a 8,8 miliardi).