Dopo il ’caso Abramovich’, dal nome dell’ex patron del Chelsea che nell’aprile del 2021 ha ottenuto la nazionalità portoghese, i media lusitani continuano a parlare della corsa degli oligarchi russi al passaporto nazionale.
Il quotidiano Público riporta che il re dei diamanti Lev Leviev e il promotore immobiliare God Nisanov sono in lista d’attesa, mentre un altro magnate russo - Andrey Rappoport - è da tempo in possesso del passaporto portoghese.
Rappoport è nato nell’Ucraina sovietica nel 1963 e vanta un curriculum che lo ha visto a capo di diverse società legate all’industria energetica e all’alta finanza. La sua fortuna, nelle stime di Forbes, supererebbe il miliardo di euro.
Sia Rappoport sia Abramovich per ottenere la nazionalità hanno sfruttato una sorta di legge di riparazione per le politiche antisemite attuate nei secoli XV e XVI, quando i regni di Spagna e Portogallo scacciarono gli ebrei dalla penisola. La legge prevede infatti la naturalizzazione per tutti gli ebrei capaci di dimostrare la propria origine sefardita (cioè iberica).
Tuttavia, secondo alcuni critici, concederebbe troppa autonomia alle comunità ebraiche locali nella ricostruzione di alberi genealogici tutt’altro che lineari. La polemica sulla cosiddetta ’legge dei sefarditi’ (che rischia di diventare ’degli oligarchi russi’) si è riaccesa soprattutto dopo l’invasione dell’Ucraina e la campagna di sanzioni, che un passaporto Ue può consentire di aggirare.
I sospetti ricadono in particolare sulla comunità ebraica di Porto (da cui sono passate le pratiche di Abramovich e di Rappoport) e sul rabbino Daniel Litvak, attualmente indagato dalla magistratura.