La posizione di Rajoy è nota. O quantomeno lo era, perché c’è una novità: la Spagna rinuncia all'idea di un'Europa macroniana. Almeno per iI momento. Dopo aver difeso a lungo il progetto di un'Unione monetaria e fiscale, l'esecutivo spagnolo ha fatto un passo indietro.
Le trattative per una riforma della zona euro sono stagnanti e le speranze di riuscire a fare sostanziali passi in avanti nel prossimo incontro di giugno si riducono al lumicino. D’altronde, il confronto tra Macron e Merkel non ha al momento segnato grossi passi in avanti. La Germania non vuole scendere a compromessi: pretende che le banche si liberino dei crediti deteriorati prima di pensare ad un vera unione bancaria e, quindi, ad un’assicurazione europea sui depositi.
Di qui l’idea di rinunciare, sin da ora, al progetto di puntare in tempi rapidi ad un’effettiva e completa Unione bancaria. Con il vantaggio di fare un piacere agli amici tedeschi, che poche settimane fa hanno sostenuto lo spagnolo Luis de Guindos alla vicepresidenza della Bce. Meglio, quindi, un approccio più pragmatico. Il risultato è che la presa di posizione della Spagna aumenta le probabilità che l’istituzione di Francoforte non diventi la Federal Reserve dell’eurozona. Quantomeno a breve e, probabilmente, non prima della prossima crisi finanziaria internazionale.