La Slovacchia è andata alle urne (4,3 milioni il numero di elettori interessati) per il rinnovo del parlamento unicamerale, in un voto che incide soprattutto sulla politica estera di Bratislava e il suo peso nel blocco Ue a sostegno dell’Ucraina.
A vincere è stato il partito Smer-Sd di Robert Fico: l’ex premier, che ha già guidato due volte il Paese, è noto per la vicinanza alla Russia e l’ostilità al nuovo invio di armi a Kiev.
Il principale avversario era l’eurodeputato Michal Simecka, volto del movimento liberale pro-europeo e filo-Nato Slovacchia Progressiva: la formazione è arrivata seconda nel piccolo Paese stretto tra il Danubio e i Carpazi e conteso per millenni dagli ingombranti vicini ungheresi, austriaci, cechi.
Se Robert Fico manterrà le posizioni assunte in campagna elettorale, un suo governo vedrebbe una Slovacchia prossima all’Ungheria nella sfida alla posizione (quasi) comune dell’Ue sul sostegno all’Ucraina, proprio mentre il blocco cerca di mantenere l’unità nell’opporsi all’aggressione russa.
Fico era arrivato a sostenere apertamente l’invasione dell’“Ucraina fascista”, puntando sul fatto che, secondo un sondaggio, il 51 per cento degli slovacchi crede che la colpa della guerra sia dell’Occidente o di Kiev.