Sono 33 i soldati turchi uccisi da attacchi dell’aeronautica di Assad in Siria, nella regione di Idlib, l’area del paese in cui l’esercito turco è entrato da mesi per sostenere le milizie ribelli sue alleate.
Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan ha convocato un consiglio di difesa che ha avuto come primo risultato quello di lanciare alcune minacce all’Ue, nel tentativo di mobilitarla nella sfida contro la Siria e la Russia.
Erdogan ha fatto annunciare che non fermerà più i profughi siriani che proveranno ad attraversare l’Anatolia per dirigersi verso la Grecia: per 72 ore verrà aperto il valico di Idlib e i profughi avranno libertà di movimento.
Non è chiaro cosa potrà fare l’Europa a favore della Turchia in una fase in cui la Russia ha deciso di sostenere l’esercito siriano per liberarsi della presenza turca sul territorio della repubblica araba.
Le truppe di Ankara erano entrate nella zona scendendo da Nord dopo l’operazione ‘Fonte di pace’ lanciata a novembre contro i territori curdi in Siria. Continua dunque l’odissea del popolo senza Stato, dimenticato da Europa e Usa.
La Turchia ha anche chiesto aiuto alla Nato. Ma la scelta di Ankara di acquistare da Mosca il sistema antimissile S-300 pone un ostacolo importante.