Un drone è esploso a 180 chilometri a sud-ovest di Mosca (290 chilometri dal confine ucraino). Lo ha riferito il governatore dell’oblast’ di Kaluga Vladislav Šapša. Il velivolo a pilotaggio remoto non ha raggiunto il bersaglio, si è impigliato sugli alberi, è caduto ed è esploso. I rottami ritrovati sono quelli di un drone Tupolev Tu-141 Strizh da ricognizione di origine sovietica e di una bomba Ofab-100-120 a frammentazione.
L’incidente sventato evidenzia l’intenzione del governo ucraino di colpire in profondità il territorio della Federazione Russa, alimentando i timori a Mosca che i razzi statunitensi Glsdb promessi a Kiev possano presto essere impiegati per attaccare il suolo russo. Kiev intanto torna a invocare i caccia e, nonostante le porte chiuse ricevute da Berlino e Washington, con un certo ottimismo. La strategia ucraina è chiara: dopo i tank (inizialmente negati), ci saranno anche gli aerei.
Di sicuro, a quasi un anno dallo scoppio della guerra, una soluzione al conflitto non sembra affatto vicina. Tanto che, entro i prossimi 10 giorni, la Russia prevede di lanciare una nuova offensiva su larga scala. Lo afferma il Financial Times, che cita un anonimo consigliere delle forze armate ucraine secondo cui Kiev ha ricevuto “dati di intelligence molto affidabili”.