L’arma più vecchia, ma anche la più efferata. A Kramatorsk come a Donetsk, le stragi sono state realizzate dai missili Tochka (anche se Kiev sostiene che si tratti di missili a grappolo russi Iskander): ordigni tanto imprecisi quanto letali, che firmano i loro attacchi lasciando sul terreno la coda con il propulsore.
Quella che compare non lontano dalla stazione ferroviaria, con la scritta ‘per i bambini’ che testimonia una ferocia da guerra civile. È di oltre 50 morti (di cui 5 bambini) e più di 100 feriti il bilancio dell'attacco missilistico che ha colpito la stazione ferroviaria di Kramatorsk, la città del Donetsk dalla quale migliaia di civili stanno venendo evacuati per sfuggire dai sempre più pesanti combattimenti nel Donbass.
In un altro teatro di morte si è invece recata Ursula von der Leyen. “Qui è successo l’impensabile. Abbiamo visto il volto crudele dell’esercito di Putin, la sconsideratezza e la spietatezza di chi ha occupato la città. Qui a Bucha abbiamo visto l’umanità andare in frantumi. Tutto il mondo è con Bucha oggi». Lo ha detto la presidente della Commissione europea in un punto stampa nel corso della sua visita a Bucha assieme all’Alto Rappresentante per la Politica Estera Josep Borrell.