La Turchia vuole la Luna. Il programma spaziale annunciato lo scorso anno dal presidente turco Recep Tayyip Erdoğan è la quintessenza delle apparentemente sproporzionate ambizioni di Ankara, del divario tra obiettivi e risorse che caratterizza ormai da anni la postura geopolitica turca e dell’irriducibile desiderio degli eredi degli ottomani di tornare al rango di grande potenza.
Dalla prospettiva turca la corsa allo spazio è innanzitutto una questione di status. La capacità di agire nella quarta dimensione e di competere per il controllo delle orbite terrestri e dei colli di bottiglia cosmici sta infatti diventando la principale linea di discrimine tra grandi potenze e non.
Ma c’è qualcosa anche di più prosaico dello status. Come ad esempio l’obiettivo di sfuggire alla marcatura del Gps americano in un contesto nel quale l’avvicinamento tattico alla Russia si consolida anche nel cosmo.