Le truppe cubane sarebbero in Venezuela sotto copertura di Caracas. È l’ipotesi avanzata da Washington. D’altronde, per Donald Trump, Nicolas Maduro non è altro che un "burattino cubano". E, poi, in un comizio in Florida alla fine di febbraio il presidente Usa aveva esplicitamente accusato Cuba e minacciato apertamente l'intervento militare statunitense in Venezuela a favore di Juan Guaido.
Il ministro degli Esteri cubano, Bruno Rodriguez, respinge l’accusa. Ma gli Stati Uniti non sono gli unici a puntare l’indice contro l’isola: anche l'Organizzazione degli Stati americani (OAS) e alcune Ong hanno rivolto attacchi simili. Ovvero, di controllare l'élite politica venezuelana, l’esercito e i servizi di intelligence.
In realtà, l'influenza di Cuba sul Venezuela esisteva già prima del tentativo di rovesciare l'ex presidente Hugo Chavez l'11 aprile 2002. E il fatto che Fidel Castro cercasse attivamente di esportare il proprio modello rivoluzionario in paesi tra i quali il Venezuela è indiscusso. In ogni caso, gli osservatori considerano quella data come una svolta. Secondo l’esperto Ivo Hernandez, "i piani di Castro per Caracas avevano bisogno di un individuo manipolabile: quella persona era Hugo Chavez, che governò il Venezuela dal 1999 fino alla sua morte nel 2013".