Pechino ha approvato una nuova legge sulla privacy, che costringerà i colossi di Internet a una serie di obblighi nei confronti degli utenti e nel trattamento dei loro dati. In base alle nuove regole, approvate dall’organo legislativo nazionale e in vigore dal primo novembre, le società statali e private che gestiscono le informazioni personali saranno tenute a ridurre la raccolta dei dati e ad ottenere il consenso dell’utente per la loro divulgazione.
Inoltre l’apparato di sicurezza dello Stato cinese manterrà l’accesso ai dati personali, obbligando le società a fornirglieli senza limitazioni. A questo proposito (evidenzia l’Agi) occorre ricordare che Pechino è stata a lungo accusata di sfruttare i big data per accelerare la repressione nella provincia nordoccidentale dello Xinjiang.
La legge, secondo le autorità di Pechino, mira ufficialmente a proteggere gli utenti dalle truffe su Internet, delle fughe di notizie e dagli abusi dei giganti della tecnologia che utilizzino le informazioni personali dei propri utenti senza rispettare i loro diritti e la loro volontà, attraverso algoritmi che manipolano i big data e profilano le caratteristiche degli utenti, oltre a determinare prezzi sleali.
Le aziende che non si adeguano possono incorrere in multe fino a 7,6 milioni di dollari o al 5% del fatturato annuo. I trasgressori corrono anche il rischio di perdere le loro licenze commerciali e di essere costretti a chiudere.