Migranti, Roma frena il patto Ue. Ma l’accordo può passare anche senza il voto dell’Italia

Malgrado l’apertura tedesca il Viminale prende tempo. Il voto italiano non è tuttavia indispensabile. Per l’approvazione dell’accordo servono il ‘sì’ di almeno 15 paesi che rappresentano il 65 per cento della popolazione.

Migranti, Roma frena il patto europeo

C’è una maggioranza tra i paesi dell’Ue per un accordo sulla gestione delle regolazioni dei migranti in caso di crisi, ma l’Italia non è convinta, soprattutto in merito al capitolo che garantisce una protezione alle Ong che “non possono essere accusate di strumentalizzazione”.

Il ministro degli Esteri Antonio Tajani ha provato a smorzare le tensioni dicendo che l’Italia non ha detto ‘no’, ma solo preso tempo “per un esame giuridico più approfondito”. Ha però ribadito che con la Germania esistono posizioni diverse sul finanziamento alle Ong. Secondo i dati disponibili, quest’ultime hanno un ruolo in ‘appena’ il 5 per cento dei salvataggi complessivi.

Dopo lunghi negoziati, bisognerà dunque aspettare ancora un po’ per un accordo europeo, anche se a sbloccare la situazione è stato il cambio di posizione della Germania, lacerata nel governo di coalizione tra la difesa dei diritti e i timori di dare argomenti all’estrema destra a pochi giorni da un voto locale.

L’intesa, per essere approvata, ha bisogno della maggioranza qualificata, cioè almeno 15 paesi che rappresentano il 65 per cento della popolazione dell’Ue. Il voto italiano non è indispensabile.

Con l’avallo di Berlino (che ha ottenuto norme più stringenti sul rilascio dell’asilo e la decisione a maggioranza per la dichiarazione dello stato di “emergenza migratoria”, da cui dipende il ricollocamento obbligatorio degli extracomunitari), il nuovo Patto ha infatti la maggioranza sufficiente per l’approvazione anche senza il Bel Paese.

Per l’ennesima volta, dunque, l’esecutivo di centrodestra deve decidere se stare con i sovranisti di Orban (Ungheria) Morawiecki (Polonia) o nel triangolo insieme a Francia e Germania.

La Commissaria svedese Johansson ha inoltre ricordato che nei primi nove mesi del 2023, sono già entrati illegalmente nell’Ue 250 mila migranti e sono pervenute oltre 600 mila richieste di asilo. Dati che suggerirebbero una certa rapidità nelle decisioni.

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