L’idea sul Vecchio continente è chiara per il presidente francese che nella mattinata del 25 aprile alla Sorbonne ha invocato “un’Europa potenza” come unica risposta alle sfide del ventunesimo secolo.
Si tratta di un “cambio di paradigma profondo, essenziale, per la nostra Europa che altrimenti è destinata a morire”. Per questo - nell’ottica di Macron - deve diventare una potenza militare e pensare più alla crescita. Il Vecchio continente è troppo accerchiato da “potenze regionali senza scrupoli” e non è armato a sufficienza.
La strada resta una sola: l’arma nucleare, non per usarla ma come arma deterrente visto che “in gioco c’è la nostra sicurezza”. Ed esorta tutti gli Stati membri a “non essere più vassalli degli Usa” e a “produrre più armi e più velocemente”.
Il rilancio dell’economia è consequenziale e anche quello prioritario perché Cina e Russia rischiano di fagocitarci. Poi il capo dell’Eliseo invita la Bce a spostare dall’inflazione alla crescita le sue attenzioni.
Per avere un’Europa più forte sul piano economico, Macron condivide con Draghi e Letta l’idea che ci sia bisogno di una cifra oscillante fra i 650 e 1000 miliardi di euro di investimenti pubblici nel Vecchio continente su temi strategici come difesa e sicurezza, intelligenza artificiale, decarbonizzazione delle nostre economie e Clean Tech.