“Fino a questo momento sono tre i Paesi che non hanno dato il loro consenso all'accordo sulle nomine: l’Italia di Giorgia Meloni, l’Ungheria di Viktor Orban e la Slovacchia di Robert Fico”. Lo indica un alto diplomatico europeo a poche ore dal Consiglio europeo durante il quale i leader saranno chiamati ad approvare l’intesa di principio sui nuovi vertici Ue raggiunta da Popolari, Socialisti e Liberali.
“Speriamo di poter portare a bordo anche Meloni”, ha aggiunto il diplomatico, indicando che nei giorni scorsi ci sono stati “molti contatti” tra i leader dei Ventisette per arrivare all’accordo. “Ho informato Meloni ma non vuole discutere”, ha riferito ai colleghi il premier greco del Ppe Mitsotakis.
Ma così facendo l’Italia si auto-isola e rischia sui traballanti conti italiani. Dicendo ‘no’ alla maggioranza Ursula, sarà più difficile per Palazzo Chigi sperare di ottenere da Bruxelles un trattamento un po’ meno rigido nei confronti del nostro Paese.
In pratica, se Meloni dicesse sì alla maggioranza Ursula potrebbe ottenere un commissario di peso, ma entrerebbe nel mirino del suo stesso gruppo, quello dei conservatori, di cui è presidente: i polacchi del Pis e gli spagnoli di Vox non vedono di buon occhio questa scelta. Se, invece, decide di non aderire alla “logica dei caminetti” il dialogo con le istituzioni europee sarebbe più complicato, in un quadro di per sé già complesso tra procedura di infrazione per deficit eccessivo, Mes da ratificare, e Patto di stabilità.