Il vertice del 20 settembre di Salisburgo è stato un fallimento. Sull’immigrazione e, soprattutto, sulla Brexit. Theresa May appare sempre più sola. I leader europei le hanno teso un'imboscata alla fine dell’incontro dichiarando inaspettatamente che le sue proposte non sono condivisibili.
Il piano May "non funzionerà" in alcuni punti chiave, secondo il presidente del Consiglio europeo, Donald Tusk. I nodi restano l'Irlanda e il mercato unico. La proposta del premier britannico non è piaciuta neanche a Emmanuel Macron che l’ha definita “non accettabile”, ma non trova i favori nemmeno dei Brexiters che accusano Dowing Street di voler mantenere con Bruxelles quello che loro giudicano un “legame troppo stretto”.
Theresa May è in una tenaglia. Davanti a lei, tra tutti quelli possibili, non c’è uno scenario che le possa consentire di trovare il favore della maggior parte dei britannici. E la pressione da parte dell’Ue è aumentata al vertice di Salisburgo. Le parole di Tusk suonano come un’ultima chiamata: “Abbiamo fissato un nuovo vertice straordinario sulla Brexit per il 17 e 18 novembre. Ma senza un accordo di massima all'incontro europeo di ottobre, non ci sarà alcun summit fuori programma."
È arrivato il momento della verità. Nonostante tutto, un accordo “light” resta ancora oggi un’opzione più probabile di una hard-Brexit.