A sorpresa il presidente del Consiglio annuncia che “la lettera alle istituzioni europee è quasi pronta” e – in un forum all'Ansa - ne illustra i punti principali. E non mancano le novità. Lo spirito della missiva, innanzitutto, “sì al dialogo: noi non vogliamo la procedura d'infrazione ma non faremo nessuna prova muscolare” ha spiegato. Dunque un ridimensionamento della modalità “frontale” gradita a Salvini e Di Maio.
Poi il passaggio centrale, sui conti pubblici, cioè su quanto Bruxelles imputa al governo di Roma. “Siamo molto fiduciosi, abbiamo ottimi argomenti. C'è un flusso di entrate maggiore del previsto e maggiori utili delle partecipate. Quindi rispetteremo il patto di stabilità e crescita anche più del programmato ma ... ".
Ed ecco il ma che apre il terzo capitolo dell'intervento di Conte: "...ma non vogliamo rinunciare ad offrire un contributo critico all'Ue". In sostanza, l'Italia metterà sul tavolo di Juncker il rispetto delle regole – in termini pieni o sostanziali – e “in cambio” chiederà una profonda revisione delle regole europee, in particolare di quelle che il governo giallo-verde vede con particolare ostilità: e cioè l'obbligo di rispetto di parametri molto rigidi sul deficit anche in una fase di stagnazione di medio e lungo periodo, quale l'Italia sta vivendo da oltre 10 anni.