Fumata nera al vertice dei leader europei sulle nomine alle istituzioni comunitarie. La partita è stata rimandata ad un incontro straordinario convocato per il 30 giugno. L'annuncio arriva a tarda notte.
La prima mossa la fanno in mattinata i gruppi di Socialisti e Liberali: insieme affondano la corsa di Manfred Weber, l’uomo del Ppe che avendo vinto le europee dovrebbe succedere a Juncker alla guida della Commissione. Ma Macron non lo vuole e crea un asse con Sanchez e Costa, al quale si aggiungono i Verdi, per frenare appunto il Ppe di Angela Merkel. Con i Liberali che continuano a puntare sulla danese Vestager mentre il centrosinistra non molla l’olandese Timmermans. La voci danno una Cancelliera infuriata con Macron.
In corsa resta il francese Michel Barnier, uomo del Ppe gradito a Macron. Ma spunta una pista croata che potrebbe portare alla Commissione il premier Andrej Plankovic. Nel pomeriggio era poi circolata l’ipotesi di Ursula Von der Leyen, ministro della Difesa a Berlino. Abbinandola con il liberale belga Michel – amico di Macron - alla guida del Consiglio europeo e un francese (più Lagarde che Villeroy) alla Bce.