L’Italia, con Polonia e Ungheria, è pronta a boicottare l’intesa raggiunta sul socialista olandese Frans Timmermans, che la cancelliera Merkel sarebbe pronta a sostenere.
Intanto Gian Carlo Giorgetti si sfila: non diventerà commissario. Ha spiegato di non sentirsi adatto a quel ruolo. A questo punto, per l’Italia, in pole c’è Moavero. Tornando a Timmermans, oltre alla bocciatura dell’esecutivo italiano, sorgono altri due problemi: il leader socialista proviene da uno dei Paesi che più si oppone a rivedere i vincoli Ue e che sfrutta le attuali regole a proprie favore (come Lussemburgo, Irlanda, Malta) offrendo condizioni fiscali particolarmente favorevoli alle imprese estere.
Nonostante l’opposizione di alcuni paesi, Timmermans potrebbe comunque ottenere l’incarico più ambito a livello europeo. La scelta, infatti, non va fatta all’unanimità ma con una maggioranza di almeno 22 Paesi che rappresentino il 60% della popolazione. E se la carta Timmermans andasse in porto, il candidato popolare, Manfred Weber – giudicato non abbastanza carismatico - avrebbe la strada spianata alla presidenza del parlamento Ue. Il premier liberale belga Charles Michel alla guida del Consiglio Ue e la popolare Kristalina Georgieva come successore della Mogherini alla Politica estera e di Difesa comune. Alla Francia andrebbe invece la presidenza della Bce, con il governatore della Banca centrale del paese transalpino, Villeroy de Galhau, che da mesi ha lanciato la sua campagna.