Il presidente dell'Eurogruppo, Mario Centeno, ha spiegato che non ci sono ragioni per cambiare il testo del Meccanismo europeo di stabilità, e annuncia che la firma del nuovo trattato avverrà “ad inizio del prossimo anno” dopo gli eventuali aggiustamenti derivanti dal dibattito in corso.
Il premier Conte, intanto, apre all’ipotesi di un rinvio e avverte: “Io ancora non ho firmato nulla, tantomeno una cambiale in bianco”.
E scende in campo anche Ignazio Visco. “Il modo migliore per convincere tutti dell'utilità della riforma è usarla come punto di partenza per riprendere con convinzione il percorso di integrazione europea”, ha detto il governatore di Bankitalia in audizione alle commissioni Bilancio e Politiche Ue della Camera sulla riforma del Mes. Quello che continua a mancare, secondo Visco, è “un disegno organico di completamento dell’Unione monetaria nonché il completamento di quella bancaria”.
“Le modifiche introdotte per la riforma del Mes - osserva Visco - sono di portata complessivamente limitata. La riforma non prevede né annuncia un meccanismo di ristrutturazione dei debiti sovrani. Come nel Trattato già in vigore, non c’è scambio tra assistenza finanziaria e ristrutturazione del debito. Anche la verifica della sostenibilità del debito prima della concessione degli aiuti è già prevista dal Trattato vigente. È una clausola a tutela delle risorse del Mes, di cui l’Italia è il terzo principale finanziatore”.