La Brexit ha un effetto anche sul Parlamento europeo, che ne esce ridisegnato. Così, dopo l’uscita del Regno Unito dall’Ue, il Parlamento europeo svolta a destra.
Dopo il definitivo addio dei 73 eurodeputati britannici cambiano infatti gli equilibri politici nell’Aula di Strasburgo, dove cresce il peso del Partito popolare europeo e dei sovranisti di Identità e Democrazia, il gruppo guidato dalla Lega, che diventa primo partito.
Dal primo febbraio, giorno uno dell’era Brexit, la già traballante maggioranza che ha sostenuto Ursula von der Leyen alla guida della Commissione rischia di subire uno scossone.
L’effetto della redistribuzione prevede che nuovi eurodeputati da 14 paesi dell’Ue sono chiamati a “riequilibrare l’attuale imperfetta attuazione del principio di proporzionalità” tra la popolazione e il numero dei suoi rappresentanti. In termini concreti, a Bruxelles giungono 5 francesi, 5 spagnoli, 3 italiani, 3 olandesi, 2 irlandesi e 1 deputato ciascuno da altri nove paesi.
A perdere pezzi sono, in particolare, i partiti che a maggio si resero protagonisti dell’exploit: i liberali di Renew Europe e i Verdi. A beneficiare dell’addio delle forze politiche britanniche sono soprattutto i Popolari (che otterranno 5 parlamentari) e i sovranisti di Identità e Democrazia (il gruppo della Lega) con tre deputati.