
È un Conte furioso quello che attacca duramente le posizioni attendiste di alcuni colleghi europei - con in testa la Germania nel voler negare aperture - collegati in video conferenza durante il Consiglio Europeo.
“Se qualcuno dovesse pensare a meccanismi di protezione personalizzati elaborati in passato allora voglio dirlo chiaro: non disturbatevi, ve li potete tenere, perché l’Italia non ne ha bisogno”, ha detto seccato Conte.
Il premier italiano ha poi chiarito che nessuno pensa a “una mutualizzazione del debito pubblico. Ciascun Paese risponde per il proprio debito pubblico e continuerà a risponderne”.
L’Italia, dunque, respinge la bozza in discussione al tavolo del Consiglio europeo sugli strumenti per fronteggiare la crisi economica legata al Covid-19. Il presidente del Consiglio non è comunque isolato: ci sono Francia e Spagna a sostenerlo.
I tre leader - Conte, Macron e Sanchez - ritengono insufficiente l’approccio Ue per quanto riguarda il ricorso a nuovi strumenti finanziari. Sul tavolo c’è la proposta ‘coronabond’, ma l’idea viene respinta da Berlino e dai Paesi nordici.
L’altra questione in ballo riguarda il Mes, il Meccanismo europeo di stabilità, in particolare le condizioni in base alle quali concederebbe una linea di credito rafforzata per facilitare i Paesi sui mercati.
La critica dell’Italia e di altri Stati è che non può valere la stessa ‘condizionalità’ prevista per le crisi finanziarie vista l’eccezionalità di quella causata dal coronavirus. La condizionalità del Mes prevede la definizione di un programma di consolidamento e una supervisione stretta delle politiche economiche domestiche.
Quindi, per ora, niente intesa.